IL VERO AMICO
Il vero amico non asseconda mai i difetti e gli errori dell’altro ma ammonisce e corregge…
Da “L’Osservatore Romano” di lunedì 8 agosto 2022 pag. 5:



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La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?
La Santissima Trinità, essendo il mistero della vita intima di Dio, nessuno può conoscerla.
L’uomo, infatti, da sé, con la sola sua intelligenza può solo arrivare alla soglia dell’Essere Divino e avvertirne l’esistenza ma non riesce ad inoltrarsi oltre.
Se sappiamo che il Dio Uno è comunione di amore e si manifesta come Figlio e Spirito Santo lo dobbiamo a Dio stesso che si è fatto conoscere e si è manifestato per amore all’uomo.
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Verso una nuova cultura ecclesiale
Francesco Occhetta
Da “VITA PASTORALE” n. 4 del 2021

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Come presentare ai Bambini la Parola di Dio…

GLI AFFETTI E I SENTIMENTI DI GESU’ DI NAZARET
Leggendo i Vangeli Sinottici si nota una concorde attribuzione a Gesù di vere emozioni, sentimenti preoccupazioni e desideri; con grande frequenza ricorre il verbo σπλαγχνίζομαι = “avere o sentire compassione”.
La maggior parte dei sentimenti di Gesù riportati dai sinottici mettono in luce la sua compassione e la sua sofferenza: compassione per l’uomo, per le sue necessità materiali e spirituali; sofferenza di fronte al male, nelle sue varie forme: ipocrisia, ostinazione, incredulità, ignoranza.
Nel Vangelo di Giovanni, invece, è predominante il verbo “amare” (gr. ἀγαπάω). In Giovanni, tutta la vita emotiva di Gesù ruota attorno ai termini che indicano amore, amicizia, voler bene, richiamando il rapporto di amore fra il Padre e il Figlio come la sorgente da cui essi promanano.
Ma sono presenti anche altri sentimenti come l’indignazione, l’angoscia, lo spavento. Del resto, Gesù è vero uomo, dotato di tutto ciò che è insito nella natura umana. La costituzione pastorale Gaudium et spes, infatti, dice <<…il Figlio di Dio…ha lavorato con mani di uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo>> (GS 22).
Dai Vangeli effettivamente emerge un ritratto molto umano di Gesù: è capace di gioire e di piangere, di commuoversi e di arrabbiarsi, di indignarsi e di amare, di stupirsi e di sentire angoscia.
Egli stesso si è definito <<mite ed umile di cuore>> (Mt 11,29), ma è anche ardente di zelo quando scaccia con veemenza i venditori dal tempio.
La descrizione più ricca di sfumature delle emozioni e degli affetti di Gesù si trova nel Vangelo di Marco; Matteo e Luca sono più contenuti.
La compassione di Gesù
( σπλαγχνίζομαι – splanchnìzomai = avere compassione)
MARCO
E’ un verbo che Marco usa con una certa frequenza attribuendolo a Gesù e che nel suo significato profondo indica lo sconvolgimento delle viscere per qualcosa o per qualcuno.
Da tenere presente che nella mentalità semitica le interiora dell’essere umano (viscere e utero) sono sede dei sentimenti più profondi come la compassione e la misericordia.
- Gesù e il lebbroso
(Mc 1,41): <<[Gesù] ne ebbe compassione…” (καθαρίσθητι).
Il moto interiore che parte dalle viscere porta Gesù non solo a guarire il lebbroso, ma anche a toccarlo. Ricordiamo che il Levitico lo proibiva (cfr Lv 13 14).
(Mc 1,43) Subito dopo la guarigione l’atteggiamento di Gesù cambia bruscamente: <<Ammonendolo severamente, lo cacciò via subito>> (εμβριμησάμενος… εξέβαλεν).
Con questo inaspettato atteggiamento Gesù vuole far capire la perentorietà e tassatività del comando di non dire nulla a nessuno. Infatti, l’aver disubbidito, ebbe come conseguenza che Gesù non poté più entrare pubblicamente in una città per la notizia che si era diffusa.
- Le due moltiplicazioni dei pani
(Mc 6,34) Gesù alla vista della folla <<…ebbe compassione di loro …” (εσπλαγχνίσθη).
Le viscere di Gesù sono sconvolte a causa della folla che è disorientata e senza guida.
(Mc 8,2) “Sento compassione per la folla…” (σπλαγχνίζομαι).
Questa volta sono la stanchezza e la fame delle persone che toccano le viscere di Gesù.
- Il padre del ragazzo posseduto dal diavolo
(Mc 9,22) “Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci” (σπλαγχνισθείς).
MATTEO
- (MT 9,36) <<Vedendo le folle, ne sentì compassione…>> (εσπλαγχνίσθη).
La compassione di Gesù è per la stanchezza e lo smarrimento delle folle…
- Guarigione dei due ciechi
(Mt 20,34) <<Gesù ebbe compassione,…>> (σπλαγχνισθείς).
LUCA
- La madre vedova
(Lc 7,13) <<Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e disse…>> (εσπλαγχνίσθη).
Da questo sconvolgimento interiore nasce la risurrezione del giovane, figlio unico di madre vedova.
Da tutte queste considerazioni possiamo concludere che la compassione di Gesù non è soltanto una momentanea emozione ma uno stile, un tratto stabile caratteristico della sua affettività nel rapportarsi con le persone.
Gesù ama
(Dilexit eum – εμβλέψας αυτώ ηγάπησεν αυτόν )
Solo Marco, tra i sinottici, parlando del giovane (Mc 10,13-34) che chiede a Gesù cosa deve fare per avere la vita eterna, mette in risalto una nota affettiva usando il verbo agapao (amare).
Dietro alle parole di Gesù noi conosciamo i suoi sentimenti nei confronti di quest’uomo.
Gesù, infatti, lo invita ad una sequela radicale, perché lo ama profondamente e, in un certo senso, lo vuole liberare dalle inquietudini che lo attanagliano e dalle catene del possesso dei beni materiali.
Emozioni di segno negativo
Nei Vangeli troviamo anche che Gesù ha avuto delle emozioni che potremmo considerare eccessive.
- Guarigione della mano inaridita
(Mc 3,5) <<…con indignazione, rattistato per la durezza del loro cuore, disse…>>.
Gesù entra in contrasto con i suoi oppositori adirandosi (circumspiciens eos cum ira – περιβλεψάμενος αυτούς μετ’οργής) – e si rattrista (contristatus…, συλλυπύμενος) per la loro ostinazione e irremovibilità.
- A Nazaret sua terra natale
(Mc 6,6) <<Si meravigliava della sua incredulità>> (Et mirabatur…- καί εθαύμαζεν).
Il suo essere Figlio di Dio, che conosce quello che gli altri pensano, non gli impedisce di stupirsi davanti a chi si oppone alla sua missione.
- Effatà, cioè Apriti
(Mc 7,34) <<[Gesù] guardando verso il cielo, emise un sospiro…>> (…ingemuit – εστέναξεν).
Il sospiro di Gesù è legato alla preghiera che porta alla guarigione.
- Perché questa generazione chiede un segno?
(Mc 8,12) <<Ma [Gesù] sospirò profondamente e disse…>> (Et ingemiscens spiritu…- αναστενάξας).
In questo caso Gesù sospira perché infastidito dall’incredulità dei farisei.
- Lasciate che i bambini…
(Mc 10,14) <<Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse…>> (indigne tulit… – ηγανάκτησεν).
Gesù si irrita con i discepoli perché respingono coloro che vogliono presentargli i bambini…
In altre occasioni non compare un’indicazione esplicita dell’emozione che caratterizza l’azione di Gesù, ma la si può facilmente intuire dal contesto:
- Gesù scaccia i venditori
(Mc 11,15) <<Entrato nel tempio, si mise a scacciare (Eiicere – εκβάλλειν) quelli che vendevano…; rovesciò (eversit – κατέστρεφεν) i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe…”.
Altre volte sono le severe parole pronunziate da Gesù che fanno supporre la presenza di una forte emozione.
- Macina da mulino
(Mc 9,42) << Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli…è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare>>.
Le reazioni emotive e la realistica immagine di Gesù
Nel Getsemani
(Mc 14,33-36) <<Prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura ed angoscia. Disse loro:la mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate…allontana da me questo calice>>.
Gesù avverte solitudine ed angoscia! Desidera compagnia! E’ atterrito e turbato e l’intensità della sua afflizione lo porta alla tristezza fino alla morte!
L’evangelista Luca descrivendo il dolore di Gesù aggiunge un dettaglio significativo: la sofferenza di quella notte lo conduce fino all’ematidrosi (sudare sangue) (Lc 22,44).
Lacrime e gioie di Gesù
Tra i sinottici solo Luca ci presenta Gesù che piange alla vista di Gerusalemme:
(Lc 19,41) <<Quando fu vicino alla vista della città pianse (flevit super eam… – έκλαυσεν) su di essa>>.
Gioia per un solo peccatore che si converte
- (Lc15,7) <<Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte…>>.
Gesù invita a gioire!
- (Lc 10,21) <<In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo>>.
E’ Gesù stesso ad esultare e quindi possiamo immaginare il suo sorriso.
<<Chi segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo>> (GS 41).
Infatti, seguire Cristo, vero Dio e vero uomo, vuol dire conformarsi a lui, diventandogli simili anche nelle emozioni e negli affetti che interpretano quanto avviene nel mondo.